Siamo diventati tutti più aggressivi, litigiosi, … e spesso mi vengono chieste ricette per la gestione dei conflitti
Premesso che chiedere a me indicazioni su come gestire i conflitti è come chiedermi consigli per dimagrire, o prendere Beppe Grillo come consulente per il bon ton, l’argomento è troppo importante, le richieste troppo pressanti, perché io possa continuare ad evitarlo.
Personalmente detesto i conflitti. Per oltre 30 anni la mia unica reazione al conflitto era il totale silenzio, e possibilmente la fuga. Ho imparato poi, negli ultimi vent’anni, con lo studio della comunicazione, con la volontà, a non scappare più, a dire le mie ragioni, e cercare soluzioni, e qualche volta anche a litigare.
Gestire i conflitti è difficile, necessario, ma complesso. Ci sono fior di corsi e di tecniche, ci sono libri, cercate in google, e ne troverete parecchi. Io posso solo raccontarvi cosa ho imparato, cosa mi è servito.
Chi è per natura litigioso e ama imporre il suo punto di vista anche alzando la voce non si preoccupa in genere di gestione del conflitto: si preoccupa di vincere. Mi rivolgo quindi a chi, come me, detesta i conflitti, o si ritrova, per mille motivi e in mille occasioni, a dover fronteggiare persone litigiose.
La prima reazione è dire “quello (o quella) è cattivo, aggressivo, … insomma: è colpa sua”. Sappiate che questo atteggiamento è totalmente inutile, e spesso controproducente.
Tecnicamente la cosa migliore per la gestione di una situazione in cui veniamo assaliti è il ricalco e guida, un po’ quello che fanno il vostro gatto o il vostro cane quando vengono sfidati dal bulletto della loro stessa razza.
Ma questo funziona solo se chi litiga è consapevole di avere un atteggiamento aggressivo, solo se chi litiga sa che vi sta aggredendo e sta litigando. Oggi invece, sempre più frequentemente, capita di avere a che fare con persone non consapevoli dei loro comportamenti. Sono aggressivi inconsciamente, e forse non vogliono esserlo. Forse pensano di essere loro quelli che si difendono. Mi capita tutti i giorni di incontrare persone che non solo non ascoltano gli altri, ma soprattutto non ascoltano loro stessi, e non sono quindi coscienti di avere toni di voce o atteggiamenti aggressivi. Con questi, se usate il ricalco e guida peggiorate la situazione.
Il primo passo è quindi, ancora una volta, la comprensione, l’empatia. Capire perché l’altro litiga, perché alza la voce, perché vi aggredisce. Superate la barriera che vi divide e mettetevi nei suoi panni. E quando avrete capito perché fa così potrete stabilire la reazione più idonea.