Faccio soltanto una premessa, relativa al titolo dell’articolo “Meglio i blog dei dipendenti o i blog aziendali?”.
In entrambi i casi, si sta parlando di blog aziendali. I primi sono quelli gestiti dai dipendenti che parlano dell’azienda, gli altri sono i blog ufficiali dell’azienda.
I clienti sicuramente opteranno per i blog scritti dai dipendenti, in quanto considerati molto più sinceri e schietti di quelli ad esempio curati dai dirigenti.
Chris Anderson, autore di “La coda lunga. Da un mercato di massa a una massa di mercati” dice che è un grosso errore utilizzare i blog dei dirigenti per il business blog. I migliori sono senza altro quelli dei dipendenti perché hanno più tempo per scrivere, sono meno succubi dal gergo del marketing (aziendalese) e danno meno importanza agli aspetti noiosi della burocrazia aziendale.
Negli Stati Uniti se ne vedono parecchi e molte aziende hanno riscontrato enormi vantaggi da questo tipo di operazione. Microsoft ad esempio è un’azienda che fa un grande uso dei blog dei dipendenti.
In Italia invece la cosa è decisamente differente.
Molti blog dei dipendenti riescono ad essere divertenti ed utili allo stesso tempo, perché parlano lo stesso linguaggio del cliente.
Le aziende che invitano i propri dipendenti a gestire un blog personale sui temi aziendali, hanno scelto un tipo di comunicazione aperta ed autentica, espressa direttamente dalle persone coinvolte sul campo.
Solitamente all’aumentare del numero dei blog personali, diminuiscono quelli gestiti dai dirigenti.
Qui di seguito i punti salienti del blog personale:
Scrivere con un linguaggio umano (abolito l’aziendalese)
Scrivere in maniera frequente (almeno tre volte a settimana)
Trasparenza sul ruolo ricoperto all’interno dell’azienda
Incoraggiare la conversazione con i clienti (blogging)
Segnalare altre risorse utili al di fuori del proprio blog.
Molto interessante.