Nessuno di noi ne è immune: a tutti capita, prima o poi, di riceve la famigerata visita di un venditore porta a porta. Non sempre si riesce ad evitare e, in qualche raro caso, si tratta persino di una proposta che potrebbe rivelarsi interessante.
Tuttavia, i dubbi in merito sono sempre tanti, non si conosce bene quello che la normativa prevede in merito e non si ha la giusta cognizione dei propri diritti. Senza contare che, nella maggior parte dei casi, si tratta pur sempre di un acquisto alquanto impegnativo in termini economici, e che quindi potrebbe avere delle ripercussioni anche abbastanza significative sul bilancio familiare.
Cosa c’è bisogno di sapere, quindi, per non farsi trovare impreparati. Risulta essere importante, prima di tutto, prendere nota di quella che è la normativa adottata dall’Unione Europea, contenuta all’interno del codice del consumo DLgs 206/05.
Fondamentale è il diritto di recesso che, in nessun caso, può essere inferiore ai dieci giorni lavorativi in tutti gli Stati UE. Tuttavia, tale disposizione non si applica nel caso in cui si siano acquistati beni e generi alimentari o comunque soggetti al deterioramento in tempi rapidi.
Per esercitare il proprio diritto al recesso si dovrà inviarne comunicazione entro 10 giorni, possibilmente per mezzo di raccomandata a/r. Ovviamente, andrà restituita integra anche la merce precedentemente acquistata. Il consumatore deve ottenere, a questo punto, il rimborso completo di quanto versato, anche a titolo di anticipo o di caparra, sebbene va ricordato che le spese di spedizione restano sempre a carico dell’utente.